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Immagine del redattoreSicurezza Informa

Nuovo obbligo regionale: valutazione rischi radon in 90 comuni, 33 sono bergamaschi



Regione Lombardia ha pubblicato in data 28 giugno 2023 sul BURL SO nr. 26 la prima identificazione delle aree prioritarie ex Decreto 101, dal quale è stata ricavata una mappa rappresentante i comuni interessati che ammontano a 90, di cui 33 sono bergamaschi.


Ma cos'è il radon esattamente?

Il radon è un inquinante di origine naturale che deriva dal decadimento dell’uranio ed essendo un gas molto pesante, si diffonde rapidamente in ambienti come abitazioni, uffici, palestre, scuole.

Specifichiamo che non è il radon in sé ad essere nocivo, ma lo sono i prodotti del suo decadimento, “i figli”, che sono radioattivi.


Perché è pericoloso?

I prodotti di decadimento del radon sono radioattivi. Essi, una volta inalati, intaccano il tessuto polmonare e bronchiale danneggiandolo e, se il nostro corpo non riesce a ripararne i danni, si può sviluppare, anche a distanza di anni, un tumore polmonare. Questo gas causa il 10% dei casi di tumore al polmone in Italia, motivo per il quale proteggersi è oggi più che mai indispensabile.


Cosa prevede il nuovo obbligo?

Nel rispetto di quanto richiesto dal D.Lgs. 101/2020 sono identificati in area prioritaria i comuni in cui la stima della percentuale di edifici supera il livello di 300Bq/m3 è superiore al 15%.


In questi comuni i datori di lavoro delle aziende che esercitano la propria attività in ambienti al piano seminterrato o al piano terra sono obbligati ad effettuare la valutazione dei rischi, secondo il D.Lgs 81/08 con specifico riferimento all’articolo 17 comma 1,lettera a, e ad applicare azioni di risanamento nei casi in cui i valori risulteranno >300 Bq/m3.


Sanzioni in caso di mancata valutazione dei rischi

Nel caso in cui il datore di lavoro non effettui la valutazione dei rischi, quindi anche la valutazione del rischio del radon, secondo l’articolo 55 le sanzioni previste sono:

  1. Pena dell’arresto da quattro a otto mesi

  2. Punito con ammenda da 2.457,02 a 4.914,03 euro, +15,9% di aumento sanzione messo in vigore dal 6 ottobre 2023 con provvedimento della DG Ministero per la salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro presso il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali.


Per consultare la lista completa dei comuni presi in causa, clicca qui

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