Così come luglio, anche agosto porta una serie di fattori che rendono felici le persone: le vacanze al mare, il sole, lo stare con gli amici, un buon cocktail, il dolce far niente. Ma c’è anche chi lavora e chi lo fa senza la possibilità dell'aria condizionata.
Chi lavora a stretto contatto con l’innalzamento delle temperature, conosce i rischi e i doveri a cui va incontro e come mantenere costante il livello di sicurezza sul posto di lavoro?
Sono tanti i danni causati dall’esposizione con il caldo: esposizione a radiazioni solari, esposizione a cancerogeni occupazionali e allergeni biologici e chi più ne ha più ne metta. Per questo motivo è essenziale venire istruiti dal datore di lavoro o dalle figure di prevenzione sui rischi e sui rimedi per far fronte a questa problematica che, purtroppo, viene presa troppo alla leggera finché qualcuno non ci rimette la vita.
Sembra assurdo, roba da terzo mondo, ma in Italia nel 2023 si muore ancora di caldo.
Ma quali sono i lavoratori sottoposti a calore eccessivo?
Non c’è solo edilizia e agricoltura, i lavoratori esposti al rischio caldo sono in settori diversi, sia in ambienti esterni che interni, soprattutto se non adeguatamente raffreddati e climatizzati.
Ambienti outdoor:
Agricoltura e silvicoltura
Pesca e itticoltura
Edilizia e costruzioni, cave e miniere
Lavori su strade e infrastrutture
Trasporti e logistica
Servizi postali e fattorini
Operatori ecologici
Boscaioli, giardinieri e gestione del verde
Camerieri
Operatori in macchinari a cabina chiusa (gru, macchine movimento terra, muletti, ecc.)
Ambienti indoor
Stalle e serre
Centrali elettriche e idrauliche, soprattutto le sale macchine
Lavanderie e stirerie
Ristorazione, soprattutto nelle cucine
Panifici e pasticcerie, nei laboratori produttivi
Magazzinieri
Addetti alle pulizie
Operatori sanitari
Lavoratori con DPI che innalzano la temperatura corporea
Aziende manifatturiere:
Fonderie
Acciaierie
Fornaci
Impianti di produzione di vetro e gomma
Impianti con la presenza di forni e altiforni
Cottura di ceramica e porcellana
Per iniziare… che cosa sono le patologie di calore?
Sono condizioni cliniche causate dall’esposizione a elevate temperature ambientali e a ondate di calore e comprendono:
crampi da calore, ovvero dolori muscolari per i quali è necessario integrare con sali minerali e idratarsi
dermatite da sudore, che si presenta con vescicole o piccoli brufoli, per la quale è necessario spostarsi in un ambiente più asciutto per evitarne la proliferazione
squilibri idrominerali, tramite le perdite idriche e di conseguenza è necessario bere abbondantemente
sincope dovuta da calore, ovvero una eccessiva vasodilatazione che sfocia nella perdita di conoscienza preceduta da pallore, stordimento o vertigini
esaurimento o stress da calore, che porta ad aumento della temperatura, tachicardia, irritabilità e per questo è necessario bere e tenersi rinfrescati
colpo di calore, esasperazione dello stress da calore, che richiede intervento dei sanitari
rabdomiolisi è una condizione medica associata allo stress da calore e allo sforzo fisico prolungato che provoca la rapida rottura e morte del muscolo. Quando il tessuto muscolare muore, gli elettroliti e le grandi proteine vengono rilasciati nel flusso sanguigno. Ciò può causare ritmi cardiaci irregolari, convulsioni e danni ai reni.
Per evitare tutto ciò, il datore di lavoro deve seguire un decalogo per la prevenzione delle patologie da calore nel luogo di lavoro tramite diversi step:
Eleggere un responsabile per la prevenzione degli effetti dello stress da caldo sulla salute e sicurezza
Identificare i pericoli e valutare il rischio
Formare i dipendenti per una maggiore consapevolezza
Mettere in atto strategie di prevenzione e protezioni individuali per i lavoratori, tra cui:
Rendere sempre disponibile acqua potabile per bere e acqua per rinfrescarsi, facendo attenzione a non eccedere con l’idratazione
consigliare l’utilizzo di capi leggeri in fibre naturali, traspiranti e di colore chiaro, oltre che a un copricapo
consigliare l’utilizzo di crema solare ad alta protezione, su parere medico
possono essere forniti indumenti refrigeranti o gilet ventilati ai lavoratori più esposti
Riorganizzazione dei turni di lavoro, evitando di lavorare nelle ore più calde
Rendere disponibili e accessibili aree ombreggiate per le pause
Favorire l’acclimatazione dei lavoratori tramite un aumento graduale del carico di lavoro
Promuovere il reciproco controllo tra colleghi sul posto di lavoro
Pianificazione e risposta alle emergenze
Misure specifiche per i luoghi di lavoro in ambienti chiusi, ad esempio tramite raffreddamento degli ambienti
Ci sono inoltre delle condizioni croniche che aumentano la suscettibilità al caldo, lo sapevi?
Queste sono:
malattie della tiroide
obesità
asma e bronchite cronica
diabete
disturbi psichici e malattie neurologiche
patologie cardiovascolari
malattie renali
Assunzione di farmaci per curare queste patologie, tra cui i farmaci anticoagulanti e antitumorali
Cosa fare?
Persone ipertese e con patologie cardiovascolari:
attenzione all’idratazione e reintegro liquidi persi
attenzione ad alzarsi bruscamente
monitorare spesso la pressione
ridurre il consumo di sale se si soffre di ipertensione
Persone con malattie respiratorie:
portare con sé terapia da effettuare in caso di broncocostrizione
Persone con disturbi psichici e neurologici
idratarsi e assumere terapia
Persone con disturbi renali
monitorare pressione
idratarsi e tenere corretta alimentazione
Persone con diabete
monitorare glicemia
utilizzare creme solari ad alta protezione
avere a portata di mano un piccolo spuntino
N.B. il calore può danneggiare lo strumento per provare la glicemia
Alcuni accorgimenti per tutti i lavoratori:
Tenersi idratati
Consultare medico
Seguire sana alimentazione
Non sospendere autonomamente le terapie in corso
Perché ripetiamo il punto del tenersi idratati?
Perché la disidratazione predispone al rischio di infortuni sul lavoro e di insorgenza delle patologie da calore, che possono diventare anche a lungo termine. Se questa condizione diventa cronica, aumenta il rischio di patologie, come quelle renali.
I lavoratori possono valutare il proprio stato di idratazione controllando la quantità e il colore dell’urina emessa
Condizione ottimale: stimolo di urinare ogni 2/3 ore e urina di colore chiaro
Effetti a lungo termine dell'esposizione al calore
Diverse ricerche ritengono che l'esposizione al calore a lungo termine possa causare danni al cuore, ai reni e al fegato.
L’esposizione prolungata al calore provoca inoltre diversi disturbi, sempre a lungo termine e che possono avere effetti irreversibili: l'esaurimento cronico da calore, i disturbi del sonno e la suscettibilità a lesioni e malattie minori, inoltre è stata associata a infertilità temporanea sia nelle donne che negli uomini, con effetti più pronunciati negli uomini.
I lavoratori esposti a carichi termici elevati dovrebbero quindi essere seguiti anche da sorveglianza sanitaria.
Come prevenire la disidratazione?
Acclimatamento graduale
Rinfrescarsi prima e dopo il turno di lavoro
Tenere bevuto un bicchiere d’acqua ogni 15/20 minuti
Consumare pasti a intervalli regolari
I lavoratori in regime di auto-restrizione idrica per motivi religiosi devono bere almeno 2 litri d’acqua dopo il tramonto e 2 litri prima dell’alba
No alle bevande energetiche
No alcool ai pasti
È inoltre molto importante per i lavoratori esposti al caldo effettuare pause programmate per rinfrescarsi. Non bisogna dunque attendere di essere stanchi per fermarsi, perché potrebbe non essere sufficiente.
Tenersi informati sulle ondate di calore giornaliere è un altro fattore importante, così da essere preparati e gestirle al meglio.
Per maggiori informazioni, consultare la guida dell’UE. (https://www.worklimate.it/ )
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